La rivoluzione dei sacchetti di plastica

La prima volta che sbarcai in Giappone e comprai qualcosa in un supermercato o in un konbini (convenience store), mi stupii di quanto i giapponesi amassero (e amino) usare i sacchetti di plastica. Non importa cosa io comprassi: se non davo diverse indicazioni, i miei acquisti, per quanto piccoli (es. una bottiglietta d’acqua), finivano puntualmente in un sacchetto di plastica. Nonostante siano passati anni dal mio primo viaggio, questo aspetto del Giappone non è mai cambiato. Fino ad ora.

Finalmente i sacchetti di plastica diventeranno a pagamento anche in Giappone! Continue reading

La trappola della quotidianità

Con oggi incomincia per me e i miei colleghi un periodo di “work from home”, visto che ieri nell’edificio dove lavoriamo è stato trovato un caso di Coronavirus. Io e gli altri due membri del mio team ci scambiamo messaggi parlando di passatempi, della famiglia, di relazioni, della vita. Ogni tanto ci arriva una richiesta da qualche utente e siamo felici come se ci fosse appena stato recapitato un regalo di compleanno. Non riesco a cancellare dal cuore questa sensazione di ansia, come se stessimo vivendo nella calma surreale che anticipa una tempesta. Continue reading

Il teatro in una stanza

Quando si parla di teatro, io mi immagino sempre una grande sala con poltroncine foderate, palchetti abbarbicati sempre più in alto con i loro bei drappeggi rossi. Platea, palchi, fossa e palcoscenico: spazi e ruoli tutti ben definiti e delineati. Tuttavia l’arte teatrale può stare anche dentro a una piccola e accogliente stanza, nel seminterrato di un palazzo. Una stanza così piccina che il palcoscenico non è nemmeno definito. Non ci sono palchi e platea: solo 20-30 sedie messe in un lato. Di fronte, a un paio di metri di distanza, la scena già allestita: tavoli, sedie, divano, piante. Tutto molto semplice e forse per questo senti che è familiare e accogliente. La musica dello stereo diminuisce. Una voce al microfono annuncia che lo spettacolo sta per cominciare e di rimanere seduti. In mancanza di un sipario, il tecnico spegne tutte le luci. La musica aumenta di volume. Nel buio più totale gli attori entrano nel proprio ruolo. Continue reading